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Milano : Rizzoli, 2012
Abstract: Cos'hanno in comune la regina Maria Antonietta, Vandana Shiva, Peter Sellers, Fabrizio De André, Virginia Woolf e George Harrison? La risposta è nel libro che avete tra le mani: il racconto di una passione che si intreccia, inestricabile come un gelsomino rampicante, con amori letterari, pittorici e cinematografici, ricordi di viaggi, aneddoti di vita giardiniera e riflessioni sulle sfide e le frontiere della felicità sostenibile. Serena Dandini ci conduce in una passeggiata sentimentale alla ricerca della bellezza che potrà salvarci, con un libro dedicato "a chi voleva cambiare il mondo e invece dopo un po' si è accorto che è stato il mondo a cambiargli i connotati". Viaggiando tra parchi incantati e vivai sconosciuti, imbarcandoci sulle navi di cacciatori di piante d'altri tempi, sbirciando gli amori romantici per un raffinato musicista o per un carico di concime, scopriamo insieme con lei che non è mai troppo tardi per mettere dei fiori nei nostri cannoni e bombardare almeno il perimetro del balconcino di casa. Perché, come recita un antico proverbio cinese, chi pianta un giardino semina la felicità.
2 dicembre 2013 alle 17:14
E' costruito come un saggio, ma alla fine non ne ha l'autorevolezza. D'altro canto rimane impersonale (quasi un elenco di piante): mi sarebbe piaciuto leggere dei cenni un po' più autobiografici, invece l'autrice si cela dietro alla botanica e prosegue instancabile con il suo elenco di nomi...Interessanti solo la tavola del giardino sardo di De André e il riferimento a Italo Calvino, figlio di un grande esperto di botanica.
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